Assalto al Campidoglio di Washington: spari, lacrimogeni e scontri

Ieri la democrazia americana ha toccato uno dei punti più bassi della sua storia.
Come già sappiamo, negli Stati Uniti, le camere riunite hanno proclamato Joe Biden e Kamala Harris presidente e vicepresidente degli USA. Donald Trump, ex presidente, ha sempre ribadito di essere "totalmente in disaccordo con il risultato di queste elezioni", affermando che il suo è stato il più grande mandato presidenziale della storia americana. Ieri il Senato avrebbe dovuto ufficializzare i voti dei grandi elettori che avrebbero a loro volta ufficializzato la vittoria di Joe Biden e Kamala Harris, ma i seguaci di Trump, sicuramente da lui fortemente fomentati, si sono radunati intorno al Congresso e hanno fatto irruzione all'interno del Senato, in gruppo e per di più armati. Ci sono video che certificano veri e propri spari, che hanno ferito, e purtroppo ucciso, diverse persone, sospendendo la seduta per certificare la vittoria del nuovo presidente. Alcuni dei suoi più accaniti sostenitori sono riusciti ad arrivare nella sala principale del Senato, usando estintori, sventolando bandiere e gridando: "Trump won this election!, ovvero "Trump ha vinto queste elezioni!". Ma come ha ribadito giustamente Mike Pence, rivolgendosi ai seguaci di Trump, "non avete vinto, la violenza non vince mai".
Quello che è stato messo in atto è un vero e proprio colpo di Stato, dettato in tutto e per tutto da un ex presidente con manie di protagonismo che continua a sbattere i piedi perché non riesce ad accettare e non accetterà mai il fatto di aver perso queste elezioni. Trump deve essere considerato responsabile di tutto questo perché è lui che da settimane fomenta i suoi seguaci parlando di brogli elettorali, i quali però non sono mai stati accompagnati da prove.
Questo assalto è costato 4 morti, 13 feriti e 52 arresti. Nella notte inoltre sono state trovate e disinnescate dall'Fbi due bombe artigianali vicino ai quartieri generali del partito repubblicano e democratico nel centro di Washington. A causa dei i gravi disordini è stato indetto il coprifuoco e il sindaco di Washington Muriel Bowser ha dichiarato lo stato di emergenza pubblica nella capitale americana fino al 21 gennaio. Intanto Trump, è sempre più isolato, dopo che il suo account è stato temporaneamente bloccato da Twitter, Facebook, Youtube e Instagram per le sue minacce e le sue accuse sul voto. Così ha provocato un colpo di mano che ha terrorizzato e umiliato gli Usa davanti al mondo, mancando ai suoi obblighi costituzionali di proteggere il paese. Da più parti ora si chiede di cacciare Trump, usando il venticinquesimo emendamento della Costituzione che consente di rimuovere un presidente incapacitato. Lo scopo è impedire che possa fare altri danni da qui al 20 gennaio, quando Joe Biden prenderà il suo posto.
Il vice consigliere per la sicurezza nazionale, Matt Pottinger, si è dimesso in seguito all'assalto. E anche Sarah Matthews, vice Portavoce della Casa Bianca, lo ha seguito: "Sono stata onorata di servire nell'amministrazione Trump, ma quello che ho visto oggi mi ha disturbata, ed è per questo che ho deciso di dimettermi. La nostra nazione merita un trasferimento pacifico del potere".
Sono scene assurde quelle vissute ieri da migliaia e migliaia di cittadini, situazioni che si erano viste scritte solo sui libri di storia e che rimarranno per sempre incise nella storia di una grandissima nazione. Questo possa servire almeno a far riflettere su quanto sia pericoloso mandare al potere certa gente... perché se i seguaci di Trump sono così brutali, violenti e aggressivi come si sono dimostrati ieri, la sua linea di politica certamente non può essere da meno. E mi auguro fermamente che questo faccia capire a tutti che la violenza non è mai stata e mai sarà la soluzione da adottare per risolvere i nostri problemi.
E come diceva un vecchio saggio "Il più delle volte a ricorrere alla violenza è proprio chi è in errore e non ha la possibilità di prevalere con la realtà dei fatti e la coerenza della logica".
- Viola